Cultura

Che la cultura non si mangi e che non si possa fare un panino con la Divina Commedia è un dato di fatto. Che la cultura non nutra è una menzogna.

 La cultura nutre

 Nella convinzione per cui il denaro è considerato un fine è persa la saggezza di apprezzarlo come mezzo. In questa crisi dell’economia finanziaria che sembra non terminare più, la rivalutazione della cultura può rappresentare una valida alternativa al modo “classico” di produrre sviluppo e prosperità. Solo un rozzo ignorante non considera quanto il Bel Paese sia seduto su un enorme giacimento di beni artistico-culturali. In realtà, tale abbondanza potrebbe “sfamare” da sola ogni necessità collettiva di benessere sia materiale sia spirituale.

 La cultura italiana, risorsa infinita

Ultimamente, un ex ministro per i beni e le attività culturali, alla domanda su come mai non sia riuscito a fare di più nell’ambito della conservazione e della valorizzazione del patrimonio storico-artistico italiano, ha risposto che è troppo. Sarebbe come dire che un indigente davanti ad una tavola sontuosamente imbandita, alla domanda perché non si sazi, ribatta che ci sono troppe pietanze.

  È troppo

L’avidità di chi vuole arricchirsi a scapito del bene comune porta a non considerare nel giusto modo il patrimonio culturale italiano. Fare soldi con qualcosa che appartiene esclusivamente al singolo è più semplice che produrre ricchezza con risorse che appartengono inscindibilmente al collettivo. Nel primo caso la “possibilità di manovra” pro domo… propria è ampia, nel secondo no.

  Ricchezza collettiva?

 È l’eterna lotta tra l’egoismo e l’altruismo. Nella psiche abbrutita dall’individualismo capitalistico finanziario senza regole la risorsa appartenente a tutti è percepita, tutt’al più, come qualcosa da saccheggiare. Se ciò non è reso possibile dalle norme poste a protezione del bene comune, allora la si trascura.

 Crollo a Pompei

Il socialismo reale di stampo sovietico è imploso a causa di uno psichismo statalista immobile e carico di ideologizzate regole burocratiche sull’economia e sulla società. Il dottrinale capitalismo iper finanziario dei nostri giorni sta implodendo a causa di uno psichismo privatista predatorio fin troppo dinamico e senza regole.

 Crisi economica globale

Lo sforzo che occorre fare oggi in Italia e nel mondo è quello di conseguire, con ogni mezzo, il recupero della cultura del giusto modo. Solo così possiamo sperare di ricreare una coscienza civica che si ponga alla base del miglior sviluppo economico equo e sostenibile.