Il Workaholic
Drogato da lavoro. È una vera e propria nevrosi ossessivo compulsiva. Vero è che, in parlamento, ad una sommaria analisi, non risultano molti casi del genere, anzi…
In realtà, nell’ambito lavorativo, questa nevrosi è più presente di quanto si possa sospettare. Dalle alte cariche dirigenziali ai più bassi ranghi, il drogato da lavoro si distingue subito perché ricava un vero e proprio piacere dall’essere sempre impegnato, anche se nel contempo si lamenta di doversi occupare di tutto perché senza di lui nulla si muove. L’intolleranza del workaholic si scatena su chi non vive alla sua maniera il rapporto col lavoro.
Il dipendente da lavoro influisce svantaggiosamente sul buon clima di squadra, poiché adopera sugli altri la stessa pressione che esercita su se stesso. Spesso, questa sua compulsività a fare lo porta ad accentrare tutto su di sé, con la conseguenza di una discutibile capacità organizzativa e aumenti dello stress da lavoro correlato.
Di massima, il work addicted è un analfabeta sentimentale ed è scarsamente competente rispetto agli aspetti più umani del lavoro. Il risultato peggiore, sul lungo termine, è una grave compromissione dell’impegno e della capacità produttiva dei collaboratori.
Ciò che rende subdola questa patologia è che è confacente alle aspettative sociali e aziendali. Essere efficienti è una delle attese più incombenti nella nostra società. Da analfabeta sentimentale, la vita privata del workaholic è insoddisfacente. Se ha un rapporto stabile con un partner, il più delle volte è compromesso o galleggia sulle onde della superficialità.
In un interessante libro di qualche anno fa, Furio Colombo s’interrogava se la carriera valesse una vita. È difficile poterlo dire con certezza. C’è da considerare, però, che, alla fine del periodo lavorativo, se si è investito tutto esclusivamente su questo aspetto della vita, ciò che ci attende è la solitudine e una forma di depressione reattiva alla mancanza di attività e di ruolo. Non è raro che si alteri gravemente lo stato di salute fisica.
Quando a confermare l’identità dell’Io sono solo la posizione e la prestazione in ambito lavorativo, nel momento in cui vengono a mancare, spariscono dei puntelli identitari cui si è dato troppo peso. Altro discorso è il lavoro che coincide con la propria attitudine creativa.
Il creativo -in genere- investe molto nella sua attività, ma si concede anche del tempo per gli altri due punti fondamentali della vita: Amore e Amicizia.