Grasso è bello?
Quante volte abbiamo sentito pronunciare questa frase? C’è stato un periodo in cui imperversava nei mass media; forse con lo scopo di contrastare una tendenza molto pericolosa, soprattutto per le giovani generazioni: quella di prendere l’estrema magrezza come modello vincente nei rapporti sociali.
Oggi sappiamo che sia l’essere grassi sia l’essere troppo magri è un dato negativo. La misura giusta è raggiungere e mantenere il proprio peso forma che, in genere, non è né troppo grasso né troppo magro.
I disturbi dell’alimentazione sono sempre legati a stati psicologici negativi. Essi si formano nella prima infanzia quali ferite psichiche in grado di generare tipici comportamenti problematici che possono influenzare tutta la vita dell’individuo.
Una delle ferite psicologiche primarie più frequenti (ed interessanti rispetto all’argomento trattato) è quella dell’umiliazione che è legata al mondo dell’avere e del fare. In genere è la madre ad infliggere la ferita da umiliazione (carenza affettiva larvata, disinteresse, abbandono psichico, assenza fisica etc.). Può farlo anche il padre, però, se nella dinamica famigliare svolge gran parte delle funzioni materne quale, ad esempio, quella del controllo sulla pulizia personale.
La “maschera” psicologica del soggetto che subisce la ferita da umiliazione è quella del masochista. Cioè di colui o colei che prova piacere nel soffrire e, quindi, l’inconscio lo/la spinge a farsi del male o a punirsi in anticipo rispetto agli altri. Il masochista si occupa troppo efficientemente dei componenti del suo gruppo. Nel fare ciò, però, paradossalmente li umilia poiché senza di lui, abituati alla sua presenza efficiente, non sanno cavarsela da soli. Questo genere di psicologia “masochista” deve imparare che è deleterio per tutti occupare tanto spazio, soprattutto nelle vite delle persone care. È questa la ragione per cui il suo corpo è grasso: perché necessita di occupare più spazio possibile nella dinamica famigliare. In definitiva, è tanto grasso quanto più ritiene che debba essere importante il suo posto nelle relazioni con i suoi amati; e tanto più ritiene che debba essere importante il suo posto quanto più ha subito la ferita da umiliazione. Il masochista o mangia molto o mangia poco. Frequenti sono i suoi momenti bulimici. Gradisce di più i cibi ricchi di grassi.
Ormai, sappiamo fin troppo bene che le diete strette sono deleterie per tutti, servono solo ad aumentare di peso. Ecco perché il masochista è sempre alle prese con una dieta rigida che, ovviamente, non riuscirà mai a produrre effetti di dimagrimento costanti nel tempo. Tali diete severe sono nocive soprattutto per i masochisti e il loro cosiddetto “effetto yoyo” su di essi può essere devastante.
Spero sia chiaro che è sul piano psichico che si deve lavorare per liberarsi del peso eccessivo.Il masochista compensa con il cibo le sue carenze rispetto al piacere che vuole provare nella vita e che si vergogna di provare.
Il controllo fisico rigido, in generale, non è seguibile per lungo tempo. Non lo sarà soprattutto in questo caso, se prima non si sarà giunti al riequilibrio psicologico della ferita da umiliazione.
Infatti, il masochista, quando riesce a sbloccarsi e a gratificarsi in modo equilibrato rispetto ai suoi desideri, comincia a perdere peso e, se mantiene la modalità di gratificazione, stabilizza il suo “carico” corporeo. Solo una buona psicoterapia condotta da uno psicoterapeuta esperto consegue la modifica dell’aspetto psichico e conduce chi ha subito la ferita da umiliazione al traguardo delle sue gratificazioni più sentite. Il raggiungimento di un’invidiabile silhouette non sarà altro che la naturale conseguenza.