Amore e tradimento
Nella dinamica di coppia, uno dei momenti più provanti è il tradimento. Nel pensiero comune, il biasimo va tutto a chi compie l’azione del tradire. Un’analisi psicologica più approfondita, però, fa emergere delle letture interessanti. Si tradisce per noia, per vendetta, per emozione. Pochi riescono a cogliere che, in una situazione innamoramentale – dove le identità dei partner tendono alla fusione comune – si può tradire perché il traditore vede sfumare i contorni dell’Io. Questa peculiarità dell’unione passionale è vissuta con così tanta ansia, da spingere il traditore a riconfermare, col tradimento, i margini dell’Ego; per questo tradiscono anche le persone già innamorate. L’amore tradito, di frequente, rivela l’altra sua faccia: l’odio. Azione biasimevole l’infedeltà, non c’è che dire.
Allo psicologo, però, interessa la comprensione della causa e non di esprimere un giudizio, se è vero che capire è il primo passo che porterà alla soluzione del “problema”. Tradereera un verbo per lo più usato dai militari romani e voleva dire: portare davanti a, consegnare a. Il militare che trasgrediva le regole, era condotto davanti al magistrato che gli comminava la pena. Il tradimento sottrae per sempre la beatitudo della fiducia e “consegna” il tradito davanti alla coscienza del male, col suo inevitabile sgomento. Il tradimento, in verità, sta alla fiducia come la notte sta al giorno.
Mutadis mutandis, in politica le dinamiche dell’inganno restano le stesse. A parte gli opportunismi più miserevoli, i voltafaccia si verificano proprio per gli stessi motivi che abbiamo sopra analizzato. Non è forse la politica un luogo di passioni roventi e fusionali? I rapporti tra i leaders e i loro seguaci non ricalcano forse le stesse dinamiche psicologico-innamoramentali? È bene diffidare del loro “fascino” e non restarne incantati. Il dirigente politico può anche essere senza charme e poco presente nei mass-media. È più importante che lavori sodo nel chiarore del suo studio, contornato da collaboratori realmente capaci e votati al bene del Paese. Il forte carisma di un dirigente partitico può rivelarsi un’arma a doppio taglio per sé e per il partito stesso. Se è vero che il suo ascendente fluidifica la partecipazione e convince alla disponibilità, è vero anche che – quando è inconsapevole delle proprie peggiori dinamiche psichiche – prepara il momento della caduta nella polvere. Siamo sovrastati da oscure, enormi forze che spingono potentemente verso il nostro destino e c’illudiamo di poterle dominare con la pallida forza della ragione . “Ducunt volentem fata, nolentem trahunt”: Il destino guida chi accondiscende, trascina chi s’oppone. Lettere a Lucilio: il verso 11 dell’epistola 107 di Seneca resta attualissimo.